Continua il nostro giro sullo studio e sulle origini dei simboli delle città siciliane: oggi è il turno di Enna, città più alta d’Italia, che si presenta con uno Stemma dal nome “Lo Stemma illustrissimo della città di Enna“, ideato e creato da Padre Giovanni dei Cappuccini quando la città era allora conosciuta con il nome di Castrogiovanni. Esso si presenta con una rocca con tre torri (la prima rappresenta Castrogiovanni Città del Sole, ossia di luce e di Sapienza; la seconda Castrogiovanni, Città di Pace, e di Abbondanza; la terza Castrogiovanni intesa come Madre e legislatrice della Trinacria), dalla cui sommità escono delle spighe, con uno scudo che si trova al centro del petto di un’aquila bicipite (ossia con due teste) incoronata.
L’araldica, dopo averlo studiato attentamente, l’ha così descritto:
Campo: d’azzurro, al castello dorato e finestrato del campo, di tre torri al centro, caricato di tre spighe, d’oro. Blasonatura di buona reputazione; signori di vassalli e piazze d’armi. Ricchi, costanti e geniali, pieni di virtù, con celesti aspirazioni.
Di tutti gli elementi che compongono lo stemma, la curiosità la desta senza dubbio l’aquila bicipite.
Essa risale a Enrico VI e della moglie Costanza della Casa Reale di Svevia; presero spunto a quanto pare dai tarì siciliani (monete in vigore in quel periodo) che su un verso avevano proprio un simbolo simile, risalente all’epoca delle dominazioni bizantine. Successivamente il figlio, Federico II applicò diverse varianti, tra cui un’aquila nera su sfondo oro, un’aquila monocefala nera su sfondo argento e infine ciò che è l’attuale aquila bicipite nera su fondo oro.
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