Una delle tradizioni che la nostra Isola si tiene ben stretta e che ha da sempre avuto la capacità di emozionare bambini ma non solo, è quella dei Pupi. Di seguito vi raccontiamo una storia con loro protagonisti in un’ambientazione davvero molto particolare.
All’inizio del 1800 Ferdinando I di Borbone fa edificare una cantina in un vasto terreno agricolo formato dall’unione di cinque contrade nei pressi di Partinico (PA). La Cantina Borbonica era a quei tempi una grande azienda agricola in cui avveniva la trasformazione delle materie prime in prodotti finiti e la loro vendita, e in cui il re fece portare 227 diverse tipologie di piante. L’azienda faceva parte di quei maestosi edifici fatti costruire dal re in seguito al suo arrivo in Sicilia, insieme alla Palazzina Cinese di Palermo con il Parco della Favorita, alla Riserva Reale di Boccadifalco, luogo prediletto da Ferdinando IV per le battute di caccia, alla Casina della Ficuzza, alla Casino di Scopello e alla Casa Baronale di Calatafimi.
Entrando nell’edificio si rimane stupiti dalla sua imponenza. La cantina è divisa in tre navate: quella destra e quella centrale servivano come deposito dei prodotti agricoli dell’azienda; la navata sinistra è ora chiusa, ma era allora utilizzata per la costruzione di silos per i cereali e come palmento. L’ambiente sottostante era utilizzato come deposito. Il magnifico edificio abbraccia una piazza lastricata in pietra, sulla quale si affaccendavano un tempo agricoltori e operai al servizio del re, e sulla quale oggi si trova un colorato teatrino di pupi siciliani. In alcune stanze dell’antico podere reale, concesse nel 2009 dal comune per la messa in scena e l’esposizione, si trovano infatti le “Collezioni di Pupi Siciliani della famiglia Canino e del signor Garifo”, la prima delle quali è tutelate dalla Sopraintendenza ai Beni Culturali e Ambientali dal 1989.
I Canino, infatti, sono una famiglia di pupari fin dal primo Ottocento. Il capostipite di questa tradizione è stato Don Liberto Canino, figlio di un sarto ed abile artigiano, che comincia a realizzare personalmente i pupi per i suoi spettacoli dotandoli di abiti e di armature. La sua arte viene tramandata e continuata dai figli e dai nipoti che portano gli spettacoli non solo in giro per i paesi siciliani come Balestrate, Castellammare del Golfo, Alcamo, Trapani, Sciacca, Termini Imerese, Carini, Partinico, ma anche nei Paesi Scandinavi e in Francia, dove riscuotono un grande successo. Nel 1953 Partinico diviene la sede stabile per Antonino Canino. Negli anni ’70 la famiglia vende parte della propria collezione al Museo internazionale delle marionette “Antonio Pasqualino” di Palermo. Antonino è un abile manovratore dei pupi; scrive i copioni per le rappresentazioni e li recita a memoria; dagli anni ’50 agli anni ’70 è affiancato da un giovane partinicese e appassionato al teatro dei pupi, Vincenzo Garifo. Quest’ultimo a partire dagli anni ’60 comincia a raccogliere le marionette da varie collezioni mettendo in piedi un proprio teatrino nella sua casa di campagna.
Grazie alla passione e all’impegno della famiglia Canino e del signor Garifo questa splendida tradizione, dichiarata nel 2001 dall’UNESCO “Patrimonio immateriale dell’Umanità”, viene custodita e tramandata nella speranza che ne rimanga viva la più profonda essenza e l’incredibile bellezza. Ancora oggi l’Associazione “I pupi di Nino Canino” mette in scena su prenotazione le antiche gesta dei paladini di Francia. Assistere ad uno spettacolo di questo tipo provoca un’emozione indescrivibile. In più, sapere che questi personaggi sono ancora lì, nelle loro vetrine, ad aspettare che qualcuno voglia ammirarne le capacità tirandoli fuori dal loro torpore, suscita un’infinita tenerezza. I pupi prendono così vita, voce e anima, manovrati con abilità da chi non ha mai dimenticato l’antica arte del puparo.
Per informazioni e prenotazioni:
Famiglia Canino 349 8722949 – 340 6068806 – 347 7522800
www.ipupidipartinico.it
assopupicanino@libero.it