Piramide-38° Parallelo, lo stesso parallelo che dall’altra parte dell’emisfero divide la Corea del Nord da quella del Sud e che qui, su un’altura presso Motta d’Affermo (provincia di Messina), diventa il luogo simbolico in cui l’Arte riequilibra i conflitti tra gli uomini. L’artista Mauro Staccioli nel 2010 ha elevato su questo promontorio la sua opera: un’imponente tetraedro cavo, alto 30 metri, composto da lastre in acciaio corten che, ossidandosi al contatto con l’aria, assume un colore bruno-rossiccio, lo stesso colore della terra siciliana.
Questa è l’ultima opera della Fiumara d’Arte, che costituisce uno dei tre paesaggi d’arte contemporanea in Sicilia e il più grande parco di opere monumentali in Europa, inaugurato con la prima opera nel 1986 lungo le sponde del torrente Tusa dal mecenate Antonio Presti.
È in questo luogo suggestivo, affacciato sul mare di fronte alle isole Eolie, nella valle in cui sorgeva l’antica città greca di Halaesa, che dal 2010 ogni anno, dal 21 al 24 giugno, si celebra il Rito della Luce. Rituale catartico, ossia di purificazione, nell’accezione greca del termine, durante il quale, attraverso la partecipazione di musicisti, danzatori, performer, e poeti (biancovestiti come vuole la tradizione), si festeggia il solstizio d’estate e dunque, simbolicamente, la rinascita.
Arrivati in cima, vestiti di bianco, si viene coinvolti nella partecipazione a questo rito collettivo di celebrazione della nuova vita e della bellezza della Terra. Il paesaggio è magico, l’atmosfera è incantata. Intorno alla Piramide, tra gli alberi d’ulivo, si intonano canti, si piantano piccole piante aromatiche, si plasma l’argilla, si contribuisce alla realizzazione del mandala.
Ogni gesto è significativo: le piante aromatiche costituiscono il dono fatto dal visitatore alla Grande Madre, l’argilla plasmata e gettata sul declivio indica la restituzione della terra alla terra e rappresenta la volontà di lasciare un segno alle generazioni future, il grande mandala bianco è simbolo di purezza ed è realizzato in direzione del tramonto.
L’ultima tappa di questo rituale di rinascita è costituita dall’ingresso nel ventre scuro della Piramide, a cui si accede dopo avere attraversato un tunnel sotterraneo. Al centro del corpo d’acciaio grandi pietre disegnano nel terreno delle spirali che rappresentano la ciclicità dell’esistenza, l’inarrestabile processo vita-morte. La Piramide, simbolo faraonico d’immortalità, nella sua verticalità indica invece il congiungersi terra-cielo. Qua dentro giovani e poeti recitano versi, mentre la luce del Sole calante filtra dall’unica fessura aperta ad occidente, in corrispondenza del tramonto. La temperatura all’esterno comincia così ad abbassarsi e la superficie rovente della Piramide si raffredda emettendo il suo canto.
Prima che il Sole tramonti si ripercorre il tunnel che riporta alla luce, alla vita, alla rinascita. Ci si affaccia alla terrazza naturale protesa ad ovest, ai piedi della Piramide, mentre la luce del giorno sbiadisce. Gli sguardi si rivolgono all’orizzonte, la musica diventa più ritmica, i canti si fanno più intensi, i gesti dei danzatori sono più incisivi per salutare il disco arancione del Sole che scompare nel mare.