Una meraviglia chiamata Etna

Immerso in una grande vallata che domina tutta la provincia di Catania, con tanti paesi piccoli e grandi che gli fanno da corte, c’è un Re che non conosce tempo: un vulcano che con la sua bellezza attrae ogni anno turisti e curiosi che vengono da ogni parte del mondo per fare escursioni e percorrere sentieri ricchi di fascino e mistero. Una meraviglia della natura che non è solo della Sicilia, ma di tutto il mondo. Ogni anno ci affascina con zampilli di lava e spettacoli di luci incandescenti che soprattutto nei periodi invernali si adagiano sulla neve regalando uno spettacolo di rara bellezza. Stiamo parlando dell’Etna.

Con i suoi 3334 metri dal 2013 è diventato Patrimonio dell’Umanità e si fregia di essere il vulcano attivo più alto d’Europa. Dèi e popoli tutti gli hanno fatto la corte per secoli, ma hanno dovuto anche conoscere il suo aspetto più drammatico: l’eruzione del 1669 è considerata infatti quella più devastante in epoca storica. Essa ebbe il suo inizio in primavera e si concluse a metà luglio dello stesso anno, e con la sua lava seppellì diversi paesi portando morte fino a Catania. La città etnea ha un legame strettissimo con questo “Re” e le sue spettacolari colate laviche che incantano ed illuminano il cielo di Sicilia. Mastri ed artigiani del luogo hanno il privilegio di avere in dono dall’Etna una pietra davvero particolare, dal colore nero intenso e grazie anche alla porosità del materiale si realizzano piccole sculture che raffigurano i simboli della Sicilia conosciuti in tutto il mondo. 

Sacro e profano si uniscono a storie e leggende, come la storia di Agata, patrona di Catania: nel 252 d.C., un anno dopo il suo martirio il popolo prese il suo velo, rimasto intatto dalle fiamme, e ne invocò il nome e l’eruzione cessò. Oppure come quella di Eolo, Dio dei venti, che imprigionò i venti nelle caverne dell’Etna.

Oggi come ieri l’Etna è fonte di turismo per la provincia di Catania e per la Sicilia tutta, attraendo viaggiatori dall’Italia e dall’estero; raffigurato in cartoline e gadget folkloristici di ogni tipo, porta con sé tutto il fascino e il mistero di un “Re” che incanta e incute timore. Gli escursionisti tentano a piccoli passi di arrivare fino al cratere più alto per vedere un panorama mozzafiato e per studiarne la sua struttura e i suoi movimenti geologici.

Ogni siciliano dalla sua cima immagina di poter vedere la Sicilia che non ha confini, l’Italia e il mondo intero. Chiudendo gli occhi ci lasciamo trasportare dal vento freddo della sua altura e dai rumori che provengono dal suo Io più profondo. Per almeno una volta nella vita ne hanno potuto cogliere la sua bellezza, e solo dopo averlo ammirato possono dire di avere una meraviglia della natura di cui andare orgogliosi.


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