Pasqua si avvicina e i paesi della nostra bella Sicilia si preparano a festeggiarla ognuno con le proprie tradizioni. Oggi andiamo a San Biagio Platani, comune di circa 3500 abitanti in provincia di Agrigento che prepara per la ricorrenza uno spettacolo per gli occhi davvero unico: gli Archi di Pasqua.
Questi Archi risalgono al ‘700, periodo in cui la popolazione viveva in un periodo di povertà. Allestire queste meraviglie era considerato rimedio per alleviare queste sofferenze. Il significato religioso viene attribuito alla rappresentazione del culto della Madonna e di Cristo risorto. Questa tradizione diede nascita a due confraternite, la Madunnara e la Signurara che si occupano principalmente di rinnovare ogni anno l’estetica delle strutture riuscendo con passione e maestria a ottenere risultati sempre unici e raffinati.
Queste due confraternite non hanno mai avuto un antagonismo violento, tutt’altro: la loro è una sana competizione molto appassionante. La preparazione inizia qualche mese prima dell’arrivo della Pasqua e prevede l’utilizzo esclusivo di grandi quantità di materiali che la natura concede: salice, canne, alloro, asparago datteri, rosmarino, cereali e pane. Ciascuno di questi elementi ha un significato altamente simbolico.
Gli Archi continuano tutt’oggi ad avere un significato soprattutto religioso e artistico; il loro scopo principale ormai è tuttavia quello di attirare grande folla da ogni parte della Sicilia. Ufficialmente sono pronti dalla mattina di Pasqua fino alla quarta domenica successiva. Il passo più importante è costituito dagli Archi centrali, sotto i quali la domenica mattina Gesù risorto e la Madonna si incontrano come da tradizione. Ogni anno varia la parte estetica del corso, mentre resta invariata la struttura architettonica, ossia l’entrata (che rappresenta la facciata di una chiesa), il viale (la navata) e l’arco (l’abside della chiesa).
Ogni allestimento realizzato di volta in volta nel corso degli anni rappresenta un pezzo della storia di queste meraviglie e di San Biagio Platani, tanto che si è pensato di costruire il Museo degli Archi di Pasqua, per preservare e conservare i pezzi che sono stati protagonisti nelle varie manifestazioni nei vari anni.
Ringraziamo il fotografo Luciano Romeo
Per info: Comune di San Biagio Platani
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