Il fascino della Zampogna e il suo magico suono

È sempre bello parlare di Tradizioni, usi e costumi, perché evocano ricordi di chi magari ne ha vissuto la nascita o perché la storia di un paese o di una città ce lo racconta in maniera inequivocabile e maledettamente affascinante.

Come ormai abbiamo imparato sin quasi da subito, ci son diversi modi per tenere viva una tradizione, sacra o profana che sia: manifestazioni, palii, sagre e chi più ne ha più ne metta. Se vi ricordate, qualche tempo fa vi raccontammo la storia dei Sikani, che raccontano la Sicilia danzando; oggi invece, visto l’approssimarsi del Natale (manca poco più di un mese ormai), abbiamo il piacere di raccontarvi la storia del Gruppo Zampognari Licatesi “Vincenzo Calamita”, rappresentato nel nostro caso da Ivan Frisicaro, che ringraziamo sin d’ora per l’intervista concessa e per la gioia e l’emozione con cui ci ha fatto vivere ciò che ci ha raccontato. Ivan è un ragazzo nato a Licata (AG), che sin da piccolo stravede per la tradizione secolare della zampogna (in dialetto “ciaramedda“), tanto che già all’età di 12 anni, grazie anche all’incitamento dei suoi genitori, ne comprò una. Come tutti gli strumenti musicali, bisognava però imparare a suonarla: decise allora di aggregarsi ai vecchi zampognari del periodo che erano soliti riunirsi il sabato sera e, ora dopo ora, settimana dopo settimana, riuscì sapientemente ad acquisire praticità e divertimento, fino a quando non venne il momento di allietare alcune sfilate e recite scolastiche, con un buon riscontro da parte del pubblico.

 

Ivan cresce parecchio nella bravura e si accorge che i ciaramiddari spesso e volentieri sono solo coppie di singoli suonatori indipendenti (Paolo Profumo, Antonino Mulè, Pasquale Di Franco, Angelo Vedda, Vincenzo Iacona, solo per citarne alcuni). Da qui l’idea di creare un gruppo ad hoc con l’aiuto di Angelo Graffeo: il “Gruppo Zampognari Licatesi“, formato da sette elementi: Ivan Frisicaro (Zampognaro-Cantore), Angelo Graffeo (Zampognaro), Angelo Vedda (Zampognaro), Salvatore Fraccica (Zampognaro), Francesco Iacona (Cantore), Vincenzo Iacona (Cantore), Giuseppe Galanti (Cantore). Il loro obiettivo principale è quello di custodire e rivalutare l’antichissima tradizione della “Ciaramedda“, portando in giro il suo particolare suono. Il gruppo è stato intitolato a Vincenzo Calamita nel 2011, anno della sua scomparsa. Calamita, licatese classe ’34, è stato uno dei più alti maestri della Zampogna, sia come costruttore che come suonatore. Già a 10 anni crea il suo primo strumento utilizzando canne e pelle di coniglio. Col passare degli anni cresce la sua abilità, tanto da diventare presto uno dei più abili costruttori di zampogna “a paro”; le sue tecniche sono state studiate, ricercate e pubblicate anche da professori universitari, non solo in Italia ma anche da altri paesi, tra cui Francia e Gran Bretagna

La crescita esponenziale di Ivan ha portato (e continua a portare) risultati incredibili: oggi egli stesso da allievo è diventato docente dell’arte della zampogna; nella sua Licata e nei paesi limitrofi il suo nome è già ben conosciuto, tanto che (specialmente nel mese di dicembre) gli giungono numerose richieste da diverse parti della Sicilia. Richieste che purtroppo per diversi motivi non riesce a soddisfare del tutto in quanto, anche grazie all’aiuto e alla passione di altri ragazzi come lui, ha l’onore (e l’onere) di mantenere radicata questa antichissima tradizione nel suo paese (definita con immensa gioia da lui stesso durante l’intervista perla del patrimonio culturale).

Vi posso assicurare che l’emozione con cui Ivan ci racconta tutto ciò è davvero tangibile. È fiero ed orgoglioso di far parte di questo gruppo di zampognari che allietano ad esempio la tradizione musicale del Natale a Licata, partecipando alle processioni dell’Immacolata (8 dicembre) e di Santa Lucia (13 dicembre) ed eseguendo le novene domiciliari. Centinaia di famiglie usano ancora addobbare le edicole (fiureddi) presso gli usci di casa, con fronde di vegetali (palme, pino, carrubbo) e agrumi (arance e mandarini), per potere ospitare i suonatori nei nove giorni che precedono il Natale. La novena si conclude sempre con un ballittu: se è già buio e il luogo lo permette, non è raro che presso le fiureddi siano allestiti dei falò, scavalcati di corsa dai bambini mentre ancora riecheggia la musica. Con l’acclamazione corale “Viva Gesù Bambino!” si conclude la parte musicale del rito. Le famiglie offrono allora cibi e bevande ai suonatori e a tutti i presenti, e se l’offerta è stata particolarmente generosa, si suona ancora un ballittu o un altro brano a richiesta.

8L’aspetto più notevole della tradizione licatese risiede tuttavia nella Pasturali, una significativa permanenza degli antichi officia pastoram che si rappresenta dal 26 dicembre al 6 gennaio secondo modalità di committenza analoghe a quelle della novena. Vista la durata, non inferiore a quaranta minuti, e il costo, pressoché corrispondente a quello pattuito per un’intera novena, il numero delle Pasturali inscenate ogni anno raramente supera la dozzina. La rappresentazione richiede la presenza di sei personaggi: tre pastori chiamati Bardàssaru, Marsioni e Titu (che nella tradizione locale sono i nomi dei Re Magi), un Curàtulu (soprintendente di masseria) e due suonatori. I pastori indossano i tradizionali costumi in pelle di capra, e il Curàtulu porta il mantello. Tutti e tre hanno il volto coperto da lunga barba e reggono in mano un bastone. Particolarmente interessante è la struttura drammatica che fonde recitazione, mimica e musica senza soluzione di continuità. Nelle parti recitate si alternano dialoghi “canonici” in italiano (certamente basati su un testo scritto di cui si è però persa la memoria) a battute improvvisate in dialetto strettissimo a sfondo comico e talvolta osceno.La fase preparatoria è affidata a coloro che hanno prenotato (addumannata) la Pasturali: famiglie e gruppi di vicinato (quasi sempre per voto, prumisioni), circoli o associazioni private (per vivacizzare le attività festive con uno spettacolo sempre gradito). L’allestimento della “scena” consiste nella costruzione di una capanna con legni, cartoni e frasche sotto una fiuredda addobbata come per le novene di Natale ma con maggiore illuminazione. In prossimità dell’edicola viene preparato un falò che sarà acceso all’inizio della rappresentazione, di norma effettuata nelle ore serali.

 

Sin da quando si è costituito, il Gruppo Zampognari Licatesi si è esibito sempre con grandissimo riscontro in termini di pubblico, apprezzamenti ed elogi in diversi Paesi e città con cui ogni anno vivono la magica atmosfera del Natale rivivendo vecchi ricordi d’infanzia. Alcuni esempi?

28 dicembre 2010: Rappresentazione della “Pasturali” presso il Museo delle Marionette “Antonio Pasqualino” di Palermo (definito da Ivan stesso uno dei ricordi più belli in quanto ci racconta che con la rappresentazione della “Pasturali” un pubblico di gente di notevole importanza e tantissimi mass-media li hanno accolti come dei veri artisti di fama).

6 Gennaio 2011: Veglia di Natale presso la Chiesa Madre di Ravanusa
25/26 dicembre 2011:  Presepe Vivente di Butera
29 dicembre 2011:  Presepe Vivente e Sfilata a Palma di Montechiaro
3 gennaio 2012: Presepe Vivente Grotte

Mentre in memoria del Maestro Vincenzo Calamita:

21 marzo 2013 Evento: “In ricordo di Rosa Balistreri e Commemorazione del Maestro Vincenzo Calamita”
 organizzato dal comune di Licata presso il Teatro Re Grillo di Licata
26 agosto 2013 Evento: “Ricordando il Maestro Vincenzo Calamita”
Presso la Piazza Elena di Licata organizzato dall’Ass.
CTS HIMERA
27 settembre 2013 Evento: “La Settimana dell’Artista”.

Prossimamente il Gruppo Zampognari Licatesi sarà impegnato in altre manifestazioni: per poterli anndare a vedere e ascoltare, potete seguirli sul loro sito www.gruppozampognarilicatesi.altervista.org o sulla loro pagina Facebook Zampognari-Licatesi


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