Per la serie: che meraviglie ci suggerisce continuamente la nostra bedda Isola, oggi facciamo un giro a Ispica, comune di circa 15000 abitanti situata in provincia di Ragusa. La sua bellezza è talmente particolare da essere stata scelta come “sede” di diverse scene di film e sceneggiati che hanno avuto un successo strepitoso: come non citare ad esempio il film del 1960 di Pietro Germi “Divorzio all’italiana“, oppure “Kaos” dei fratelli Taviani (1984), o la serie televisiva “Il capo dei capi” in onda su canale 5 sulla vita di Totò Riina (2007) o alcuni episodi de “Il Commissario Montalbano”. Ma ci sono davvero tanti altri esempi che si potrebbero fare. Partiamo un po’ dalle sue origini.
Le prime tracce della frequenza abitativa dell’uomo nel sito risalgono all’età del bronzo antico (2000 a.C.): il nome originario era Hyspicaefundus, modificato successivamente in Spaccaforno e mantenuto fino al 1934 (il nome è comunque in qualche modo rimasto anche oggi, in quanto in siciliano Ispica viene chiamata proprio Spaccafurnu).
Le origini della cittadina dicevamo hanno radici molto antiche (si hanno testimonianze di periodi quali neolitico, greco, bizantino, cristiano e medievale) e i suoi principali abitatori furono, come praticamente da sempre in tutta la Sicilia, innumerevoli: si va dai siculi ai greci, ai romani, ai bizantini, agli arabi e ai normanni. La loro collocazione “principale” fu la Cava d’Ispica, una meraviglia che si snoda lungo una vallata scavata su roccia calcarea; caratteristica principale è la particolare conformazione del tavolato Ibleo con la presenza di numerose gole profonde.
Ispica non dovette affrontare solamente le vari dominazioni, ma, nel XVII secolo, per l’esattezza l’11 gennaio del 1693, fu colpita da un terremoto di intensità pari a 7,4° della Scala Richter, il più terribile nella storia della Sicilia assieme a quello del 1908 che colpì Messina. Circa 60.000 vittime morirono in quell’occasione e una buona parte della Cava Ispica venne rasa al suolo, così come il cosiddetto Fortilitium, antico castello medievale appartenente alla famiglia storica degli Statella, nobili siciliani protagonisti tra le altre cose delle frequenti lotte feudali sotto il dominio Aragonese del XIV e XV secolo. Come prevedibile, chi sopravvisse ai crolli fu costretto alla fame, agli stenti e all’insorgere consequenziale di malattie come la peste. Fortunatamente però i pochi abitanti che rimasero in forze riuscirono a ricostruire la città grazie anche all’aiuto di persone dei paesi vicini e alla grande beneficenza dei baroni locali, anche se altre opere, tra cui alcune chiese, vennero più erette.
Dopo la ricostruzione, Ispica attraversò una vera e propria rinascita: lo stile Barocco dà lustro a chiese come Santa Maria Maggiore, San Bartolomeo e la S. S. Annunziata, mentre lo stile Liberty accompagna meraviglie quali Palazzo Bruno e Palazzo Bruno di Belmonte, realizzato dal Maestro Ernesto Basile. Successivamente, nel 1800 la città venne incorporata all’interno del Distretto di Modica e nella provincia di Siracusa, arrivando infine nel 1927 a ritrovarsi nella provincia di Ragusa. Ispica nei secoli ha dato vita a numerose opere ricche di cultura e storia che anche oggi vale davvero la pena di visitare. Di seguito ve ne citiamo alcuni solo perché sono davvero numerose:
- Palazzo Latino;
- Palazzo Modica;
- Palazzo Zuccaro;
- Palazzo Gambuzza;
- Parco archeologico della Forza;
- Catacombe di San Marco.
Le feste religiose invece assumono una importanza rilevante in particolare nel periodo pasquale, grazie alla presenza di numerose confraternite. I riti della Settimana Santa in particolare sono i più famosi: dal Giovedì Santo con la cosiddetta “Festa del Cristo alla Colonna“ dei Cavari, il Venerdì Santo con la ”festa del Cristo alla Croce“ dei Nunziatari, la Domenica di Pasqua, quando avviene a mezzogiorno il gioioso incontro sul corso Garibaldi tra il Cristo risorto dell’Annunziata che corre assieme all’Addolorata della chiesa madre San Bartolomeo in una superba cornice di folla festante. Altre feste da citare sono quelle di San Giuseppe, della Madonna del Carmelo, patrona della Città, della Madonna Assunta e di Santa Lucia.
Principale risorsa economica del territorio è l’agricoltura, dove predomina, dopo la bonifica dei Pantani, la coltivazione dei primaticci in serra. Nel territorio notevoli sono le coltivazioni a pieno campo di carciofo violetto e di zucchina. La carota novella di Ispica ha ottenuto la IGP grazie a fattori pedoclimatici che solo in questo territorio le donano qualità organolettiche uniche. Nel mese di maggio si svolge “Carotispica” la sagra della carota novella.
Altre manifestazioni importanti sono l’Estate Ispicese e il Premio di Poesia e Cultura Città di Ispica.
Ringraziamo il fotografo Salvatore Brancati
Per info: Comune di Ispica
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