Roccavaldina è un comune in provincia di Messina che si affaccia sul versante tirrenico ed è posto a circa 320 metri sul livello del mare. La storiografia ha naturalmente studiato le origini del nome e ciò che ne è uscito fuori è senza dubbio affascinante. Si risale al Basso Medioevo con il semplice nome di Rocca, al quale fu successivamente aggiunto il suffisso “Valdina” in onore dell’omonima famiglia aragonese aristocratica che fu proprietaria del feudo per diversi secoli. Ma le origini dei Paesi, così come delle città o altro, nascondono delle leggende che cozzano con lo studio “scientifico”. E Roccavaldina non fa eccezione. In questo caso si arriva addirittura alle Guerre puniche, periodo in cui i tribuni romani che diedero vita e popolarono un primo nucleo abitato (chiamato pagus).
Il Santo protettore del paese è San Nicolò di Bari, in onore del quale si tiene ogni 10 anni (per l’esattezza la prima domenica di agosto e i due giorni che la precedono), la cosiddetta “festa del convito“, caratterizzata dalla benedizione, dal sacrificio e dal banchetto di un vitello. In suo onore è altresì dedicata la Chiesa Madre, che è situata sul punto più alto del paese. Lo stile architettonico della Chiesa, così come di un po’ tutta Roccavaldina, presenta una linearità davvero molto semplice. Nei pressi dell’ingresso principale si impone con maestosità una stele votiva risalente al XVIII secolo e ricondotta come segno di devozione e ringraziamento per la fine di un’epidemia che colpì la popolazione del luogo in quel periodo.
Proseguiamo il tragitto alla scoperta di questo paese parlando di un’altra chiesa, dedicata alla Madonna della Catena. La sua struttura e il tipo di costruzione fanno risalire le sue origini addirittura intorno all’anno Mille. La piazza adiacente è un punto strategico dal quale poter osservare un panorama unico nel suo genere: si scorge senza problemi un’area che va dal golfo di Milazzo al promontorio di Tindari, con “contorno” di isole Eolie sullo sfondo. Una bellezza di assoluta rarità.
Finito qui? Macché! Molto rinomato è il Castello di Roccavaldina, vero e proprio ibrido di stili architettonici. Esso presenta una parte del periodo del Cinquecento che rappresenta un palazzo baronale ideato dal genio di Camillo Camilliani, architetto fiorentino morto poi a Palermo e legato a diverse strutture siciliane. L’altra parte del Castello è la più antica; è di origine normanna e si presenta in maniera classica, ossia con una tipica configurazione in perfetto stile medievale con due torri fortificate e con merlature guelfe.
Ma la particolarità per cui spesso è nominata Roccavaldina è per la sua Farmacia. Strano vero? Eppure è così. Costruita nel Cinquecento rappresenta il fior fiore del meridione in quanto a fascino e memoria storica. L’ingresso è in perfetto stile toscano con un semplice ripiano in pietra che serviva da bancone attraverso il quale veniva servito il pubblico. L’interno presenta una bellissima collezione di vasi farmaceutici, oltre a raffinatissime e pregiatissime fiasche a collo alto, albarelli raffiguranti miti biblici o episodi di storia romana. In più due anfore presentano decorazioni in rilievo dai dettagli davvero sorprendenti; anch’esse hanno delle raffigurazioni di scene mitologiche: ad esempio la famosa sfida tra Apollo e Marsia (figlio di Olimpo).
Un paese davvero suggestivo, piccoli borghi di una Sicilia a volte sconosciuta. Il nostro ringraziamento va al fotografo Arturo di Vita che ci ha permesso attraverso le sue foto di vedere la bellezza di questo luogo; il nostro invito è quello di visitare questi piccoli paesi per conoscere la profonda storia della nostra Sicilia.
Per info:
Comune di Roccavaldina