La festa di Santa Lucia patrona di Siracusa

La vergine e martire Lucia nacque a Siracusa sul finire del III secolo. Di nobile famiglia cristiana, le fu dato il nome che significa luce. Fin da piccola, dopo essere rimasta orfana di padre, ha accudito la madre malata e un giorno, ispirata dal cielo, la volle portare a Catania passando per quei luoghi su cui un giorno verrà edificata la città di Carlentini. Il 5 febbraio dell’anno 304 , giorno di S.Agata, si recarono presso il suo sepolcro e ricevettero la grazia. La madre guarì e la giovane Lucia decise di dare tutto ai poveri e prendere i voti. Il 13 dicembre 304 morì durante la persecuzione di Diocleziano contro i cristiani per mano di Pascasio (primo dei vescovi alatrini di cui si ha menzione), informato da uno spasimante respinto del suo credo religioso. Egli la trafisse con un pugnale e la sua anima generosa volò verso Gesù, il suo Sposo divino.

Si narra, che successivamente, il corpo della santa (protettrice degli occhi, dei ciechi e degli oculisti) venne prelevato in epoca antica dai Bizantini a Siracusa e successivamente trafugato dai Veneziani che conquistarono Costantinopoli (l’attuale Istanbul). Oggi è attualmente conservata e venerata nella chiesa di San Geremia a Venezia. Le sacre spoglie di santa Lucia tornarono eccezionalmente a Siracusa per sette giorni nel dicembre 2004 in occasione del 17º centenario del suo martirio. L’arrivo e la partenza delle spoglie furono salutati da una incredibile folla di fedeli; l’elevatissima partecipazione e devozione spinge ancora oggi la possibilità di un ritorno definitivo nella sua città natale grazie ad alcune trattative tra l’Arcivescovo di Siracusa  e il Patriarca di Venezia.

La festa patronale cade il 13 dicembre, in prossimità del solstizio d’inverno (da cui il detto “santa Lucia il giorno più corto che ci sia”) e comincia ufficialmente nella Cattedrale di Siracusa la mattina del 12 dicembre con la traslazione del simulacro argenteo della santa dalla sua cappella all’altare maggiore. La sera vengono celebrati i vespri solenni presieduti dall’Arcivescovo ed infine viene distribuita ai fedeli la “cuccìa“, dolce tipico che viene preparato come da tradizione nel giorno della festa. Il simulacro percorre tutte le strade della città da Ortigia fino alla chiesa di Santa Lucia al Sepolcro.

La festa religiosa e folkloristica si conclude il 20 dicembre, giornata tradizionalmente definita dai siracusani come l’ottava; il simulacro fa il percorso inverso di sette giorni prima ma, rispetto alla processione di andata, osserva parecchie soste in più. La processione, che si svolge nel pomeriggio, oltre alla tappa presso il santuario della Madonna delle Lacrime, percorre tutto il centro storico terminando il suo percorso nell’isola di Ortigia, ove  iniziano, prima di rientrare in Cattedrale, i giochi pirotecnici che illuminano e colorano tutta la città. Il simulacro argenteo viene quindi custodito nella cappella in Cattedrale, dove resta chiusa fino alla prima domenica di maggio, giorno in cui si svolge la festa “Santa Lucia delle quaglie” che prevede il tradizionale discorso dell’ Arcivescovo e il lancio delle quagghie: 600 colombe prendono il volo una volta liberate dalle loro gabbiette in cui sono custodite, come ringraziamento per il miracolo del 1646.


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