La leggenda di Sant’Antonio “Borgataro” a Palermo

Ah, i Santi. Sublimati nelle leggende e contesi per diversi motivi tra città o, come in questo caso, tra due borgate di uno stesso capoluogo. W le leggende!

Sono tanti i Santi a cui i credenti sono devoti. A Palermo, prima fra tutti, c’è Santa Rosalia, colei che ci ha liberato dalla peste e che noi palermitani festeggiamo ogni anno con un sontuoso “Festino”. Ma questo non è il momento di parlarvi della Santuzza.

Il Santo in questione è San’Antonio da Padova. La sua statua è contesa da molti anni da due borgate marinare di Palermo: l’Arenella e Vergine Maria.

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Volete sapere come? Se sì, tenetevi pronti per leggere qualcosa che ha veramente dell’assurdo.

Tradizione vuole che la statua di questo Santo fosse di proprietà dei pescatori di Vergine Maria, che l’avevano trovata in mare durante una delle famose pesche di tonno. Non potendola conservare perché ancora la Chiesa era da costruire, la diedero in custodia ai vicini di borgata, gli abitanti dell’Arenella.

Una volta pronta la Chiesa, al momento della restituzione essi cominciarono a fare storie perché volevano ormai tenersi la statua; ma alla fine cedettero e organizzarono una traversata via mare per riconsegnarla ai verginemarioti. Una volta in mare, si scatenò una tempesta e dovettero rientrare nel porticciolo. Tentarono allora di consegnarla via terra, ma si scatenò ugualmente brutto tempo e dovettero rinunciare.

palermitanodoc75_arenella-palermoDa questi episodi, un po’ per superstizione e un po’ perché ormai si erano affezionati alla statua, dissero che era S.Antonio a voler rimanere all’Arenella. Nacquero quindi delle liti ed intervennero i Florio (dell’Arenella) e i Bordonaro (di Vergine Maria) per risolvere la diatriba.

I termini dell’accordo furono questi: il Santo rimaneva all’Arenella ma ogni anno, il 13 giugno, doveva essere portato a Vergine Maria affinché anche i verginemarioti potessero avere l’onore di festeggiarlo. L’accordo e la tradizione fino ad oggi sono stati mantenuti, e tutti gli anni, a giugno, una processione marina accompagna la statua del Santo a Vergine Maria, fino a Passerello, dove viene salutato con i fuochi d’artificio.

I rancori, però… quelli non sono ancora passati. Insieme alla musica, ai fuochi e agli applausi, i verginemarioti urlano ancora “Viva Sant’Antoninu u nostru!” (Viva Sant’Antonino nostro).

Se vi ha incuriosito questa lettura, potreste andare l’anno prossimo a Vergine Maria, godervi il panorama, mangiare un buon gelato in riva al mare e assistere con i vostri occhi e le vostre orecchie a ciò che di assurdo vi ho raccontato.


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