La sfilata dell’Orso e del Principe a Saponara

Archivio-fotografico-Pro-Saponara“Cannalivari tutti li festi fa turnari”. Recita così un vecchio detto siciliano e si sa, i proverbi non mentono mai, perché con l’arrivo del mese di febbraio tutta la Sicilia respira l’aria del Carnevale.

Noi vogliamo portarvi a Saponara, un piccolo comune dei Peloritani dove si prepara una manifestazione carnevalesca con aspetti storici e un po’ fiabeschi; il protagonista è un animale e il co-protagonista è un principe. Stiamo parlando di uno dei carnevali più belli della provincia di Messina: “La sfilata dell’Orso e della Corte principesca”. Il carnevale di Saponara ha radici storiche antichissime, tanto da essere stato riconosciuto come “Carnevale Storico di Sicilia”.

La tradizione tramanda la storia della cattura dell’orso che ha dell’inverosimile poiché questo animale nel Settecento non faceva parte della fauna dei Peloritani. Nel secondo dopoguerra venne ritrovato un libro, purtroppo andato perduto, che attestava il memorabile evento. Fidandoci della tradizione orale, la sfilata dell’Orso e della Corte principesca venne voluta dallo stesso Domenico Alliata, principe delle terre di Saponara.

I fatti dovrebbero essere andati pressapoco così: siamo intorno alla metà del Settecento, nelle campagne e nelle montagne circostanti si aggirava un orso che a lungo sconvolgeva la vita di numerosi carbonai, contadini e pastori. Il principe, venuto a conoscenza del pericoloso animale, andò con i suoi cacciatori nelle montagne dove presero l’orso e lo rinchiusero nelle carceri del Palazzo Ducale. Il principe volle festeggiare la cattura facendo sfilare l’animale per le vie del paese seguito dai cacciatori e dalla corte, dimostrando alla popolazione lo scampato pericolo. Inoltre il principe volle che ogni martedì di carnevale si facesse la sfilata, per festeggiare l’indimenticabile evento.

La sfilata venne interrotta durante il secondo conflitto mondiale e in seguito a cambi amministrativo-politico, e ritornò in un clima di rinascita nel 1968  grazie alla determinazione di alcune persone decise a far rivivere la tradizionale sfilata. Le stesse persone che successivamente fonderanno il comitato organizzativo della manifestazione.

Grazie alla memoria fotografica che ha permesso di ricostruire l’evoluzione della sfilata dagli anni Quaranta sino ai giorni nostri, sono state fornite ricche informazioni sulle maschere tipiche della sfilata. L’Orso è il protagonista ed è la maschera principale dell’intera sfilata. Il primo costume dell’Orso era formato da pelli di capra, con ai fianchi  dei campanacci, mentre la prima maschera aveva sembianze simili a quelli di una capra. Nel tempo la maschera di cartapesta venne perfezionata prendendo sempre più le sembianze di un orso, le pelli di capra vennero sostituite da una camoscina grigia; restano invece invariati i campanacci, che con i loro suoni accompagnano i movimenti del personaggio. 

L’Orso esegue un rituale un po’ particolare che lo caratterizza, ed è la centralità più antica della sfilata dell’Orso. Durante il suo percorso, trattenuto dalla catena e dalle corde dei domatori fra questi, vi è quello che lo tiene calmo, u lliscia con ‘u nerbu, un frustino. L’Orso sceglie le prede, ovviamente predilige quelle femminili e  presa di mira, la preda verrà aggredita in maniera fulminea, eseguendo una corsa improvvisa, all’insaputa dei domatori, stringendosela a sé. Da qui attua tre gesti rappresentativi delle sue aggressioni. L’orso prima la “scutulìa” cioè la fa dondolare tra le sue braccia, poi ” ‘a strica“, la strofina a sé e l’ultimo gesto  è ” ‘u zummi zummi” alzando una gamba e mimando un gesto sessuale. Una volta lasciata la malcapitata, l’Orso si arrampica sui balconi e sui pali dando spettacolo di sé e rubando molti applausi.
Attorno alla figura dell’Orso troviamo i Domatori, che hanno il compito di rendere inoffensivo l’animale, i Cacciatori, autori della cattura e i suonatori di brogna,(una conchiglia dove è stata recisa l’apice permettendo così la fuoriuscita del suo suono caratteristico) che, insieme ai suonatori di tamburi formano la “banda dell’Orso”, accompagnando per tutta la sfilata le aggressioni dell’Orso. Ad aprire questo antico centro rappresentativo della sfilata ci sono gli “Spazzini-Pacchiane” (anticamente erano gli uomini che si vestivano con questo antico costume femminile, oggi sono le stesse donne a rappresentare questa maschera) con il compito di spazzare la strada un attimo prima del passaggio dell’Orso. Una volta passato l’Orso, sopraggiunge l’elegante Corte principesca, con a capo il Principe , le Guardie reali e lo Scrivano di corte.

Da qualche anno insieme alla consueta sfilata si è aggiunta una nuova rappresentazione alla manifestazione: la Cattura dell’Orso, che avviene qualche giorno prima del martedì di carnevale. La scena fa rivivere il memorabile evento, terminando con la cattura dell’animale e i festeggiamenti del popolo. Per l’occasione vengono allestiti degli stand potendo così degustare i piatti tipici del carnevale.

Arrivato il tanto atteso martedì di Carnevale, il paese è in festa. Le strade sono sotto una pioggia di coriandoli e si riempiono di maschere, di balli, di scherzi e di risate. L’Orso, insieme ai suoi cacciatori e domatori, segue il suo tradizionale itinerario sostando in punti precisi per potersi riprendere e nel frattempo vengono offerti alla gente salumi, dolci e del buon vino.

La Corte elegantemente sfila per le vie del paese salutando insieme al principe la sua gente. Il tutto si conclude con l’arrivo in Piazza Matrice della corte e dell’Orso che ballerà insieme al principe segnando così il termine della sfilata.

Dedico questo articolo a mio nonno Antonino perché amava questo Carnevale.
Inoltre ringrazio l’Associazione Turistico-Culturale “Pro-Saponara” per la sua disponibilità.

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