Continua il nostro curioso viaggio tra gli stemmi dei comuni siciliani. Questa volta tocca a Trapani.
Come già accennato in un precedente post, il nome Trapani deriva dal greco drépanon o dal latino drépanum che vuol dire “falce”. Infatti la forma del promontorio è, appunto, quella di una falce. Ed è proprio questa che troviamo nella parte superiore dello stemma.
Voi penserete che stia lì a simboleggiare la forma del territorio Trapanese ed è così, in effetti, ma non solo. Sì, perché la nostra terra è intrisa di leggende e anche lo stemma di Trapani ne ha un paio: una leggenda vuole che Cerere perse proprio lì la sua falce e in quel punto sia nata una città; un’altra asserisce che a perdere la falce sia stato in realtà Saturno, tradizionalmente patrono di Trapani (e a testimoniarlo c’è una fontana di Saturno nel centro storico).
Leggende a parte, lo stemma risale all’epoca Sveva. Esso ha la forma di uno scudo, sormontato da una corona d’oro formata da cinque torri.
Tre i colori che colpiscono immediatamente l’occhio: il rosso granata dello sfondo, il castano del ponte con tre archi e delle cinque torri che sostiene e, infine, l’azzurro del mare in basso. Quest’ultimo, rappresentato non casualmente mosso, visti i venti forti che soffiano in quella parte della Sicilia.
Le cinque torri dello Stemma di Trapani rappresentano:
- torre Pali, ora distrutta, così chiamata per dei pali conficcati ai suoi lati che i marinai utilizzavano per tirare in secco le barche;
- torre Vecchia, si trova ad ovest, ai limiti delle antiche mura;
- torre di Porta Oscura, chiamata anche torre del Comune, adesso ospita due orologi uno dei quali segna i giorni;
- torre Peliade, chiamata anche Colombaia, sta a guardia del porto;
- torre del Castello di Terra, costruita dai Cartaginesi per difendere la città, adesso sede della Questura.
Gli archi che reggono le torri possono essere interpretati in vari modi: potrebbero rappresentare delle antiche porte d’accesso alla città, oppure l’antico acquedotto che collegava il centro cittadino alle fonti di campagna.
Insomma, che sia stato Cerere o Saturno a perdere la falce e a fondare Trapani, o che sia stato l’uomo, a noi poco importa. L’importante, come per tutte le cose belle che abbiamo in Sicilia, è godere della sua bellezza e della sua unicità. Anche partendo da un semplice stemma.