Melilli: Barocco e devozione a San Sebastiano

chiesa madre_ melilliDAT MEGARA ORTUM HYBLAE LEO MARTEM ALVEARE MELILLI (Megara dà a Ibla Melilli la nascita; il leone dà la forza e la prosperità). Questa è la scritta che troviamo sullo stemma della città di Melilli, località a circa 22 km da Siracusa. Posizionata strategicamente tra le città di Augusta e Siracusa, Melilli sorge nell’ex feudo Mezzamontagna sulle colline dei monti Iblei e si presenta con una sua storia davvero molto affascinante, a partire dal suo significato, “sentiero trafficato”, di probabile origine berbera (Malilah e Malili). Le prime tracce di presenza di vite umane risalgono all’età del bronzo,  mentre nel periodo feudale divenne dominio di Augusta e successivamente della famiglia Moncada, nel 1542 e nel 1693 resistette a due terremoti di gravità immane e nel 1842 ottenne la piena autonomia.

Pochi anni dopo, nel 1860, in seguito alla spedizione dei Mille di Garibaldi, che si concluse con la cacciata dei Borboni, Melilli votò l’annessione alle province d’Italia sotto Vittorio Emanuele II Re d’Italia. Ma la popolazione di lì a poco cominciò ad emigrare in cerca di fortuna verso i Paesi extraeuropei, in particolare verso gli Stati Uniti d’America, dove in poco tempo la cittadina di Middletown nel Connecticut vide la nascita di Little Melilli, un luogo magico dove le tradizioni del paese d’origine rivivevano il loro splendore. Questo splendido paese ha attraversato successivamente la Prima Guerra Mondiale, che costrinse gli abitanti dovettero fuggire per mettersi in salvo, e la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale Melilli fu bombardata per ben due volte ed occupata dalle forze alleate: la prima volta il 12 luglio 1943 (2 giorni dopo lo sbarco alleato in Sicilia), il secondo, più grave, il 9 agosto 1943, in cui alcuni aerei tedeschi lanciarono il loro carico di bombe sul quartiere Santa Rosalia, distruggendolo, al solo scopo di alleggerirsi del peso.

 

Oltre all’industrializzazione, Melilli ha subìto forti ascendenze barocche dalle proprie dominazioni. Prova concreta ne è la Chiesa di San Sebastiano, la principale della cittadina; proprio qui ogni anno si celebra la festa in onore del Santo che attira sempre tantissime persone, tra fedeli, turisti e semplici curiosi.

Al Santo è stata inoltre dedicata una bellissima statua, che ha una storia davvero affascinante: leggenda vuole che la statua arrivò a Marina di Melilli a bordo di una barca proveniente da Roma. Per decidere in quale paese dovesse essere portata la statua venne indetto un concorso di popoli fra le diverse città della provincia (fra cui Siracusa). Miracolosamente il simulacro divenne impossibile da sollevare per tutti coloro che ci provarono, tranne che per gli abitanti di Melilli che riuscirono a trasportarlo fino al paese. La statua ridivenne pesante nel punto in cui scelse dove doveva essere costruita la sua casa, l’odierna chiesa di San Sebastiano posta sull’omonima piazza. Da allora la presenza della statua in paese portò una serie di eventi miracolosi fra la popolazione, di cui sono ancora oggi vive testimonianze e documenti ufficiali. 

Il simulacro del santo viene esposto ai fedeli dal 20 al 27 gennaio e durante la festività che vanno dal 4 al 11 maggio presso il Loggiato Monumentale – Piazza San Sebastiano. Proprio il primo giorno arrivano i cosiddetti “nuri“, termine che originariamente indicava un gruppo di devoti che arrivavano nella chiesa dedicata al Santo coperti soltanto da un paio di mutande e da una fascia rossa a tracolla. Oggi questo gruppo di devoti indossa il tipico costume bianco, un fazzoletto in testa e procedono in fila uno dopo l’altro per il tradizionale pellegrinaggio con in mano il tradizionale mazzetto di fiori freschi al grido “E-cchiamàmulu cà n’aiuta e c-cchiamàmulu tutti, frusteri e-ppaisani, viva Ddiu e Sam-Mastianu”.Giunti in chiesa, davanti al fercolo depongono il mazzetto di fiori, invocando  a gran voce il Santo protettore.

Chi fa un giro nel centro storico di Melilli non può non rimanere a bocca aperta per le meraviglie che offre: tra le varie eccezionalità diversi palazzi sontuosi, testimonianza di un passato nobile: palazzi nobiliari che risalgono a periodi del Settecento e dell’Ottocento:

  • Palazzo Rossi-Matera-Rizzo-Vinci;
  • Palazzo Municipale (ex convento benedettino);
  • Palazzo Vinci.

Sicuramente da non mancare di visitare è la Cava Pirrera di S. Antonio; essa si trova a nord dal centro abitato di Melilli e si snoda tra pilastri a base quadrata di 5 metri con corridoi fino a 280 metri che corrono perpendicolari all’interno della montagna per un’estensione totale di 2,5 chilometri quadrati. La Pirrera è stata utilizzata dalla metà del ‘400 per l’estrazione di blocchi calcarei destinati alla realizzazione della Torre e del Castello di Melilli. La pietra bianca della cava, inoltre, è presente nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Catania ed in altre città come Siracusa, Messina e Genova. Poi, nel 1962, la Pirrera è stata chiusa ufficialmente per il mancato consolidamento dei pilastri della zona ma da quel momento in poi è sempre meta di visite di speleologi e naturalisti.

Oltre alle strutture e alle bellezze naturali, Melilli è anche ricca di eventi folkloristici molto particolari e caratteristici che si svolgono durante le varie festività: dal carnevale con i tradizionali carri al periodo della Settimana Santa, al periodo natalizio con l’immancabile Presepe vivente, la festa di San Sebastiano del 4 maggio con tanto di pellegrinaggio di fedeli provenienti da tutta la provincia.

Un’altra meta siciliana che non tradisce chi abbia voglia di andare a visitarla. W la Sicilia!!!

Ringraziamo il fotografo Davide D’Orazio per i suoi scatti


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