Un panorama da fare invidia a molti: davanti a sé le “settesorelle“, le splendide Isole Eolie e tempo permettendo, la possibilità di vedere anche la maestosa Etna e in più uno splendido castello (il più grande della Sicilia). Stiamo parlando della bellissima Milazzo.
Milazzo è una delle tante città graziose della provincia di Messina, apprezzata meta turistica siciliana dalla quale è possibile raggiungere altri luoghi come le già citate Isole Eolie, Tindari e i Nebrodi.
Dagli antichi venne denominata come “l’Aurea Chersoneso” cioè “Penisola Aurea”, “la perla del Tirreno“. Grazie alle sue bellezze, alle ricchezze della sua vegetazione e per le sue terre fertili, Milazzo è circondata da particolari e suggestive leggende. Forse è qui che Ulisse incontrò il ciclope Polifemo e, secondo la descrizione omerica, è la terra dove pascolavano gli armenti del Dio Sole.
I greci chiamarono Milazzo “Mùlay” (grosso sasso), nome che deriverebbe dal complesso roccioso del Promontorio, la parte estrema della città. I romani invece la chiamarono “Mylae” e, nel susseguirsi delle varie dominazioni, la città ebbe vari appellativi che si avvicinarono poi al nome Milazzo. Dai rinvenimenti archeologici, Mylae fu abitata a partire dal 4000 a.C., successivamente fu colonizzata dai greci di Zancle (Messina).
Nelle sue acque scoppiò la prima guerra punica con la vittoria dei romani sui Cartaginesi guidati dal romano Caio Duilio. Così l’antica Mylae divenne la base navale romana e i suoi abitanti godettero del privilegio di essere considerati “cittadini romani” dipendendo dalla città-stato di Messina che durò fino alla caduta dell’impero romano.
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Dopo la dominazione romana arriva quella araba. Gli arabi valorizzarono molto Milazzo, rendendola molto attiva nel commercio e nella navigazione, particolarmente con le isole Eolie importando vino, olio e l’ossidiana, il tipico minerale eoliano. È in questo periodo che ebbero inizio i lavori della costruzione del castello di Milazzo, all’epoca opera di grande importanza soprattutto dal punto di vista della difesa, oggi invece centro culturale di grande rilievo della città.
Dopo il periodo arabo giunse quello normanno, dove Milazzo per un breve periodo fu feudale e divenne poi città demaniale forma amministrativa che conservò fino all’abolizione della feudalità.
Nel periodo aragonese sotto il dominio di Giacomo e Federico II d’Aragona, Milazzo fu sede dei due Sovrani diventando la fortezza del Vicerame di Sicilia. Nel 1860 Milazzo fu centro principale dei combattimenti che si svolsero tra le truppe comandate da Giuseppe Garibaldi e i Borboni. Con la vittoria del Generale sui Borboni, quest’ultimi persero la Sicilia.
Visitando Milazzo da non perdere il suo Castello, il monumento più importante della città. Domina la città dal promontorio da dove si estende, offrendo panorami fantastici sul mare e sulle Eolie. Le prime tracce del castello risalgono al neolitico, più tardi intervennero i greci, ma gli arabi diedero vita al nucleo centrale del castello. Seguirono i normanni, poi gli svevi e infine gli spagnoli che completarono la struttura. Nel periodo arabo venne eretta la struttura dominante del castello, il Mastio, ampliata dai Normanni, che assunse la sua struttura attuale durante il dominio di Federico II di Svevia. Sorge sul punto più alto dello sperone roccioso a strapiombo sul mare. Il suo nucleo è la torre chiamata “saracena” dove all’interno vi è un elegante salone. È proprio durante il dominio di Federico II di Svevia che il castello vive il massimo del suo splendore per l’intercultuarlità, le scuole siciliane, la caccia coi falchi e le strutture militari. Con il dominio spagnolo viene amplificata la cinta muraria per la sua posizione strategica. Nell’Ottocento diventa base inglese e accoglie i Borboni in esilio durante l’occupazione francese (guerre napoleoniche).
Dopo la caduta del dominio borbonico nel 1880 il castello venne adibito a carcere subendo trasformazioni, alterando l’antico splendore e le sue bellezze originarie. Il Mastio diventa un carcere e tale rimane fino al 1960. Il castello ha una particolare decorazione in pietra lavica, un misterioso “scarabeo” realizzato lungo il muro di recinzione di epoca normanna. Si tratta di una sorta di insetto le cui ali pare abbiano avuto funzioni di quadranti solari. Intorno a questo disegno ruotano diverse leggende: per alcuni è un occhio di falco, per altri un simbolo egizio di inespugnabilità.
Come tutti i castelli, anche quello di Milazzo ha una sua leggenda. Si narra che una ragazza si innamorò di un giovane soldato inglese, ma i genitori la costrinsero a diventare suora poiché erano contrari a questo amore. Ma i due innamorati continuarono a vedersi nonostante i voti della ragazza venendo però scoperti. Sempre secondo la leggenda, per punizione la ragazza venne murata viva nel monastero e in molti dicono di aver sentito le urla di quel fantasma provenire dal castello o di averla vista affacciata alla finestra. Di questa leggenda è stato tratto un cortometraggio chiamato “Merged”, ambientato proprio nel castello.
Altro monumento importante è il Duomo antico situato all’interno della città fortificata dove inoltre vi sono i ruderi del vecchio Palazzo dei Giurati sede dell’antico Senato della città.
Ma Milazzo non finisce qui. In pieno centro vi è il Duomo Nuovo dedicato al Patrono della città Santo Stefano Protomartire, da dove è possibile raggiungere il lungomare di levante, la marina Garibaldi, la passeggiata dei milazzesi. Passeggiando lungo la marina potete raggiungere il tratto “Vaccarella” il pontile “S. Maria Maggiore”, adibito al ricovero di numerose imbarcazioni da diporto dove è possibile acquistare del buon pesce fresco. Caratteristico è il Borgo Antico con i suoi pub e i locali dove potete fermarvi a bere degli ottimi cocktail oppure visitare le graziose chiesette come quella della Nostra Signora del SS. Rosario (sede del Tribunale dell’Inquisizione fino al 1782) e il Santuario di San Francesco di Paola, il compatrono della città.
Molto interessanti sono il Palazzo Municipale, situato in centro città, il Palazzo d’Amico, il Palazzo Proto e la Villa Vaccarino in stile liberty. Non mancano i musei: i più importanti sono l’Antiquarium Archeologico “Domenico Ryolo”. Il museo raccoglie i reperti rinvenuti durante la ricerca della necropoli svolta dal noto ingegnere milazzese che studiò con molta passione le origini di Milazzo e da cui scrisse una “Guida di Milazzo”. L’altro è il Museo della Tonnara e del Mare che raccoglie foto, testi, carte nautiche e oggetti della tonnara e del mare.
Spostandoci lungo il versante di Ponente raggiungiamo la parte estrema di Milazzo, luogo d’incantevole bellezza mediterranea, il Capo di Milazzo con la baia di Sant’Antonio. Attraverso una scalinata è possibile scendere verso il piccolo Santuario dedicato al Santo di Padova situato dentro una grotta, che secondo la tradizione, Sant’Antonio fu ospitato in questa grotta da un eremita a seguito di una violenta tempesta che rendeva impossibile la navigazione. Risalendo la scalinata del Santuario, in direzione del bianco Faro si apre un sentiero tra i tradizionali muri a secco e fichi d’India che conduce all’estremità del Promontorio. Qui il paesaggio è caratterizzato da numerosi ulivi selvatici, da piante di capperi, dal profumo delle piante di Assenzio e da un punto panoramico mozzafiato. Da qui comincia una lunga scalinata che porta alla “Piscina di Venere” , luogo piacevole per fare un bel bagno e prendere il sole.
Ringraziamo per il loro contributo fotografico
Angela Bertino
Giuseppe Finocchiaro
Vincenzo Nicita
Lucy Venuto
per info:
www.comune.milazzo.me.it